Stimolanti amici del Garage Ermetico, questa puntata di Bookmarks dovrebbe essere vietata ai minori, alle suore, ai soffritti impanati e ai fan di Camila Raznovich. Eh sì, perché nella nostra ormai triennale carriera di divertiti recensori di web-strip, mai ci eravamo imbattuti in un autore così spregiudicato, così duro puro e muro e così al sapor di tamarindo.
Un autore che sicuramente non mancherà di dividere, ma che anche con le moltiplicazioni non se la cava male, visto che negli anni il suo seguito è sempre andato aumentando, fino a tirargli addosso le attenzioni dell’editoria cartacea. Blogger della prima, se non della primissima ora, pioniere del fumetto disegnato alla cacchio, profeta della malvagità da risata incontenibile, sto parlando di Daw, al secolo Davide Berardi.
Daw fu il virus dell’anno duemilaquattro, quando un’incalcolabile quantità di miei amici mi dicevano “ehi, ma gli hai mai letti i fumetti di A, come ignoranza? Fanno sbellicare dalle risa. Ha ha ha”. Io non li avevo mai letti i fumetti di A, come ignoranza, che, se non s’è capito, è il titolo sotto cui si raccoglie tutto intero l’universo fumettisti co di Daw. Curioso come pochi ci sono poi andato sul blog di A, come ignoranza, e ci ho trovato una serie di lavori tutti molto, ma molto divertenti. C’era P.i., che sta per Persona Inutile, protagonista di una storia che lo ignorava, perché lui tanto è inutile, non come quel figo di Sbranzo, il suo amico immaginario. C’era la famiglia Dodio, gente perbene che tenta di uccidersi a colazione pranzo e cena, ma nel rispetto dei valori della famiglia. C’era Brullonulla, che detiene il dottorato e pertanto ha dei poteri così sovrannaturali che levati e fa la guerra allo stato di San Marino.
E c’era un sacco di altra gente che faceva davvero ridere fino alle lacrime. Ma soprattutto c’era un disegno in bianco e nero approssimativo e caciarone di quelli da fumetto dei banchi di scuola. Niente di ricercato o di artistico con la a maiuscola, ma con dentro un talento evidente per la resa delle espressioni caricaturali, per il dinamismo delle scene, per la gestione della tavola. Roba che si vedeva anche sotto le linee tirate così come viene. Soprattutto c’era un’inventiva non comune e un’immaginazione libera.
Immaginazione libera che non stava solo nel disegno, ma anche nei testi e nei temi. Di una libertà che non si fa scrupoli ad essere stronza, sgradevole, a divertirsi con il politicamente scorretto. Quella libertà un po’ esibita di chi, da un lato ha solo voglia di chiamare le cose col loro nome, basta ipocrisie per favore, e dall’altro vuole divertirsi con tutto, dirlo alla gente che si può ridere di qualunque cosa. Si può ridere dell’aborto, si può ridere di Dio, si può ridere della crudeltà, si può ridere degli sfigati, si può ridere del rispetto. Di tutto.
Irriverente, tagliente come pochi, Daw scrive e disegna le sue storie con un ritmo incalzante di battute fulminanti ed inaspettate. E’ inventivo, senza controllo, imprevedibile. Sì, anche volgare, embè? Adesso lo sapete, siete stati avvisati. Daw insomma è un figo, e qualcuno se ne accorge. Infatti gli arrivano proposte di dare alle stampe i suoi lavori, di rimettere a posto il disegno, renderlo un po’ più preciso e raffinato, e poi via, che pubblichiamo. E lui salta sul carro che lo porterà all’uscita dei quattro volumi quattro finora realizzati da Proglo Edizioni, o Prospettiva Globale edizioni, se preferite. Lavori nuovi e lavori vecchi che, diamine, ormai non trovate più nella rete, ma solo su carta.
Ma non disperate, web-stripparoli, perché Daw non ha scordato le sue radici da bloggher fumettista, e sul suo sito www.dawful.com sta pubblicando delle nuove serie brevi, delle strip autoconclusive con lo stesso spirito sarcastico e paradossalmente malefico di sempre. Quindi via, a scoprire quanto è cattivo il Malvagio Dottore, che è malvagio ed è un dottore; a seguire le avventure allucinate del misterioso papero del giappone, samurai per mancanza di voglia di fare altro.
E in generale via, a farsi prendere per il culo da Daw, che non ha mai limitato la sua libertà creativa e pubblica sempre qualcosa di divertente, che sia una vignetta estemporanea o un finto strillone per i fumetti di A, come Ignoranza. Sempre con il gusto per quel che è sbagliato, scorretto, assurdo, fuori posto. E via ridendo di brutto.
Vi ripeto il sito: www.dawful.com con una sola elle. Peccato per l’aggiornamento incostante, ma viva la lucida follia di Daw.
E viva anche Bookmarks, che anche questa settimana vi ha consigliato l’ennesima web-strip e che vi lascia in dote le sue vecchie puntate da ascoltare sia su queste pagine che sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).
Appuntamento alla prossima edizione del Garage Ermetico, amici. Leggete tante strip.
Un autore che sicuramente non mancherà di dividere, ma che anche con le moltiplicazioni non se la cava male, visto che negli anni il suo seguito è sempre andato aumentando, fino a tirargli addosso le attenzioni dell’editoria cartacea. Blogger della prima, se non della primissima ora, pioniere del fumetto disegnato alla cacchio, profeta della malvagità da risata incontenibile, sto parlando di Daw, al secolo Davide Berardi.
Daw fu il virus dell’anno duemilaquattro, quando un’incalcolabile quantità di miei amici mi dicevano “ehi, ma gli hai mai letti i fumetti di A, come ignoranza? Fanno sbellicare dalle risa. Ha ha ha”. Io non li avevo mai letti i fumetti di A, come ignoranza, che, se non s’è capito, è il titolo sotto cui si raccoglie tutto intero l’universo fumettisti co di Daw. Curioso come pochi ci sono poi andato sul blog di A, come ignoranza, e ci ho trovato una serie di lavori tutti molto, ma molto divertenti. C’era P.i., che sta per Persona Inutile, protagonista di una storia che lo ignorava, perché lui tanto è inutile, non come quel figo di Sbranzo, il suo amico immaginario. C’era la famiglia Dodio, gente perbene che tenta di uccidersi a colazione pranzo e cena, ma nel rispetto dei valori della famiglia. C’era Brullonulla, che detiene il dottorato e pertanto ha dei poteri così sovrannaturali che levati e fa la guerra allo stato di San Marino.
E c’era un sacco di altra gente che faceva davvero ridere fino alle lacrime. Ma soprattutto c’era un disegno in bianco e nero approssimativo e caciarone di quelli da fumetto dei banchi di scuola. Niente di ricercato o di artistico con la a maiuscola, ma con dentro un talento evidente per la resa delle espressioni caricaturali, per il dinamismo delle scene, per la gestione della tavola. Roba che si vedeva anche sotto le linee tirate così come viene. Soprattutto c’era un’inventiva non comune e un’immaginazione libera.
Immaginazione libera che non stava solo nel disegno, ma anche nei testi e nei temi. Di una libertà che non si fa scrupoli ad essere stronza, sgradevole, a divertirsi con il politicamente scorretto. Quella libertà un po’ esibita di chi, da un lato ha solo voglia di chiamare le cose col loro nome, basta ipocrisie per favore, e dall’altro vuole divertirsi con tutto, dirlo alla gente che si può ridere di qualunque cosa. Si può ridere dell’aborto, si può ridere di Dio, si può ridere della crudeltà, si può ridere degli sfigati, si può ridere del rispetto. Di tutto.
Irriverente, tagliente come pochi, Daw scrive e disegna le sue storie con un ritmo incalzante di battute fulminanti ed inaspettate. E’ inventivo, senza controllo, imprevedibile. Sì, anche volgare, embè? Adesso lo sapete, siete stati avvisati. Daw insomma è un figo, e qualcuno se ne accorge. Infatti gli arrivano proposte di dare alle stampe i suoi lavori, di rimettere a posto il disegno, renderlo un po’ più preciso e raffinato, e poi via, che pubblichiamo. E lui salta sul carro che lo porterà all’uscita dei quattro volumi quattro finora realizzati da Proglo Edizioni, o Prospettiva Globale edizioni, se preferite. Lavori nuovi e lavori vecchi che, diamine, ormai non trovate più nella rete, ma solo su carta.
Ma non disperate, web-stripparoli, perché Daw non ha scordato le sue radici da bloggher fumettista, e sul suo sito www.dawful.com sta pubblicando delle nuove serie brevi, delle strip autoconclusive con lo stesso spirito sarcastico e paradossalmente malefico di sempre. Quindi via, a scoprire quanto è cattivo il Malvagio Dottore, che è malvagio ed è un dottore; a seguire le avventure allucinate del misterioso papero del giappone, samurai per mancanza di voglia di fare altro.
E in generale via, a farsi prendere per il culo da Daw, che non ha mai limitato la sua libertà creativa e pubblica sempre qualcosa di divertente, che sia una vignetta estemporanea o un finto strillone per i fumetti di A, come Ignoranza. Sempre con il gusto per quel che è sbagliato, scorretto, assurdo, fuori posto. E via ridendo di brutto.
Vi ripeto il sito: www.dawful.com con una sola elle. Peccato per l’aggiornamento incostante, ma viva la lucida follia di Daw.
E viva anche Bookmarks, che anche questa settimana vi ha consigliato l’ennesima web-strip e che vi lascia in dote le sue vecchie puntate da ascoltare sia su queste pagine che sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).
Appuntamento alla prossima edizione del Garage Ermetico, amici. Leggete tante strip.
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