Signori e signore, medames e messieurs, gentiluomini e gentildonne qui convenuti voi tutti per l’odierno Garage Ermetico, benvenuti ad una nuova puntata di Bookmarks, un programma finanziato a suon di cambiali, ma non preoccupatevi che tanto adesso con lo scudo fiscale mi rientrano quegli spiccioli dalla Colombia, vedrete che risolvo tutto in un attimo.
Così anche nelle prossime settimane potrò portare nelle vostre case la carezza del pap…ah no…potrò portare nelle vostre case la gioia di una nuova web-strip, riempire i vostri cuori dell’ebbrezza della scoperta, io, novello Piero Angela dei fumetti online.
E proprio come il decano della divulgazione scientifica in tv, voglio essere calmo, posato, professionale quest’oggi, perché devo parlarvi di una striscia importante, una di quelle che hanno vinto premi, una di quelle pubblicate su quotidiani, riviste, settimanali, una di quelle che, come diceva mio fratello, spaccano il culo ai passeri.
Si tratta di una cosina iniziata nel 2005 da un giovane autore americano di nome Nicholas Gurewitch, che ai tempi aveva la giovane età di 23 anni. Esordì con una serie di strisce semplici semplici. Protagonisti erano omini bianchi bianchi, senza altri tratti del visto che gli occhi e la bocca. Strisce semplici, sì, ma sin da subito terribilmente sarcastiche. Anzi no, sarcastiche direi che non è la parola giusta. Erano malvage, spietate, direi diaboliche. C’erano morti violente, subdoli tradimenti, scherzi terribili ed anche un po’ di splatter
Uno humor talmente nero che sarebbe stato disturbante se non fosse per l’atmosfera tutto sommato colorata, rilassante, bambinesca anche, creato dal tratto e dallo stile di Gurewitch. Insomma, l’immagine divertente e carina e gentile mitigava una comicità terrificante. Gentile e carina, rilassante, benevola, positiva, proprio come la premessa di tutte le strip della serie. Insomma, all’inizio di ogni striscia ci sono sempre ottime ragioni per pensare a qualcosa di bello, che stia per accadere un evento piacevole, che alla fine si chiuda tutto in gloria. E invece no, se una cosa può andare male andrà peggio, perché qui siamo su Perry Bible Fellowship, la web-strip che sa a memoria le leggi di Murphy.
E non basta. Non solo la gioia si volge in catastrofe, ma gli innocenti si rivelano degli egoisti, le vittime si trasformano in carnefici, la speranza improvvisamente ci appare disperazione, ogni volta in un’epifania del negativo, ogni volta in un inno alla sfiga, ogni volta tra le nostre grasse risate di sadici lettori che ben presto non possono più fare a meno di questo fumetto magnifico.
Perry Bible Fellowship, cioè la compagnia della bibbia di Perry. Pare che il titolo sia assolutamente causale e che Nicholas Gurewitch l’abbia preso da una chiesa che sta da qualche parte non so dove. Ma chissenefrega. A non essere casuale è il successo di questa web-strip, che, come vi anticipavo prima ha vinto premi su premi. Due volte il prestigioso Ignatz, vari premi riservati ai web-comic e, attenzione, anche il più prestigioso di tutti, visto che nel 2008 s’è visto recapitare anche un Eisner Award.
Gurewitch ha un talento non comune. Surreale come pochi, in grado di condensare in poche vignette un cambio di scena, un ribaltamento della situazione degno di una lunga sceneggiatura. E poi ha un senso dell’umorismo di un cinismo inarrivabile, una cattiveria insostenibilmente divertente. Io l’adoro.
Vogliamo parlare di veste grafica? Parliamone. Perché se gli inizi erano già più che buoni, ma di grande semplicità, ben presto ci si rende conto dell’artista che abbiamo per le mani. Tantissimi stili diversi e non scherzo, visto che si passa dal disegno in stile underground in bianco e nero al colore particolareggiato, dalle grafiche pixellose da videogiochi anni ottanta all’acquerello in stile illustrazioni per bambini. Ebbene sì, qui c’è un arsenale di possibilità da far girare la testa, con la costante del contrasto tra l’immagine edulcorata e il doloroso destino che sicuramente attende qualcuno dei protagonisti. Protagonisti sempre diversi di striscie autoconclusive, in un grande catalogo della tragedia comica.
Perché il capolavoro che è Perry Bible Fellowship, nasconde in realtà un avvertimento. Attento lettore, quello che vedi non è quel che sembra, l’apparenza inganna sempre. La dolce vecchina che porta cibo ai gattini ogni mattina potrebbe non essere spinta da compassione. Gli eroi senza macchia non esistono. Anche i sentimenti più puri nascondono un minimo di egoismo. Occhi aperti. E intanto che apri gli occhi ridi a crepapelle, lettore, sul sito www.pbfcomics.com .
Fallo per me. E poi, dopo la tua razione di inquietante comicità, ricordati di riascoltarci sia su queste pagine che sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14) dove potrai ascoltare tante altre strip scelte apposta per te. Per te e tutti gli altri ascoltatori ovviamente. Eh no, adesso non fare l’offeso. Va bene ok, soprattutto per te. Contento? Tranquillo? Bene, allora dammi retta e leggi tant strip.
Così anche nelle prossime settimane potrò portare nelle vostre case la carezza del pap…ah no…potrò portare nelle vostre case la gioia di una nuova web-strip, riempire i vostri cuori dell’ebbrezza della scoperta, io, novello Piero Angela dei fumetti online.
E proprio come il decano della divulgazione scientifica in tv, voglio essere calmo, posato, professionale quest’oggi, perché devo parlarvi di una striscia importante, una di quelle che hanno vinto premi, una di quelle pubblicate su quotidiani, riviste, settimanali, una di quelle che, come diceva mio fratello, spaccano il culo ai passeri.
Si tratta di una cosina iniziata nel 2005 da un giovane autore americano di nome Nicholas Gurewitch, che ai tempi aveva la giovane età di 23 anni. Esordì con una serie di strisce semplici semplici. Protagonisti erano omini bianchi bianchi, senza altri tratti del visto che gli occhi e la bocca. Strisce semplici, sì, ma sin da subito terribilmente sarcastiche. Anzi no, sarcastiche direi che non è la parola giusta. Erano malvage, spietate, direi diaboliche. C’erano morti violente, subdoli tradimenti, scherzi terribili ed anche un po’ di splatter
Uno humor talmente nero che sarebbe stato disturbante se non fosse per l’atmosfera tutto sommato colorata, rilassante, bambinesca anche, creato dal tratto e dallo stile di Gurewitch. Insomma, l’immagine divertente e carina e gentile mitigava una comicità terrificante. Gentile e carina, rilassante, benevola, positiva, proprio come la premessa di tutte le strip della serie. Insomma, all’inizio di ogni striscia ci sono sempre ottime ragioni per pensare a qualcosa di bello, che stia per accadere un evento piacevole, che alla fine si chiuda tutto in gloria. E invece no, se una cosa può andare male andrà peggio, perché qui siamo su Perry Bible Fellowship, la web-strip che sa a memoria le leggi di Murphy.
E non basta. Non solo la gioia si volge in catastrofe, ma gli innocenti si rivelano degli egoisti, le vittime si trasformano in carnefici, la speranza improvvisamente ci appare disperazione, ogni volta in un’epifania del negativo, ogni volta in un inno alla sfiga, ogni volta tra le nostre grasse risate di sadici lettori che ben presto non possono più fare a meno di questo fumetto magnifico.
Perry Bible Fellowship, cioè la compagnia della bibbia di Perry. Pare che il titolo sia assolutamente causale e che Nicholas Gurewitch l’abbia preso da una chiesa che sta da qualche parte non so dove. Ma chissenefrega. A non essere casuale è il successo di questa web-strip, che, come vi anticipavo prima ha vinto premi su premi. Due volte il prestigioso Ignatz, vari premi riservati ai web-comic e, attenzione, anche il più prestigioso di tutti, visto che nel 2008 s’è visto recapitare anche un Eisner Award.
Gurewitch ha un talento non comune. Surreale come pochi, in grado di condensare in poche vignette un cambio di scena, un ribaltamento della situazione degno di una lunga sceneggiatura. E poi ha un senso dell’umorismo di un cinismo inarrivabile, una cattiveria insostenibilmente divertente. Io l’adoro.
Vogliamo parlare di veste grafica? Parliamone. Perché se gli inizi erano già più che buoni, ma di grande semplicità, ben presto ci si rende conto dell’artista che abbiamo per le mani. Tantissimi stili diversi e non scherzo, visto che si passa dal disegno in stile underground in bianco e nero al colore particolareggiato, dalle grafiche pixellose da videogiochi anni ottanta all’acquerello in stile illustrazioni per bambini. Ebbene sì, qui c’è un arsenale di possibilità da far girare la testa, con la costante del contrasto tra l’immagine edulcorata e il doloroso destino che sicuramente attende qualcuno dei protagonisti. Protagonisti sempre diversi di striscie autoconclusive, in un grande catalogo della tragedia comica.
Perché il capolavoro che è Perry Bible Fellowship, nasconde in realtà un avvertimento. Attento lettore, quello che vedi non è quel che sembra, l’apparenza inganna sempre. La dolce vecchina che porta cibo ai gattini ogni mattina potrebbe non essere spinta da compassione. Gli eroi senza macchia non esistono. Anche i sentimenti più puri nascondono un minimo di egoismo. Occhi aperti. E intanto che apri gli occhi ridi a crepapelle, lettore, sul sito www.pbfcomics.com .
Fallo per me. E poi, dopo la tua razione di inquietante comicità, ricordati di riascoltarci sia su queste pagine che sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14) dove potrai ascoltare tante altre strip scelte apposta per te. Per te e tutti gli altri ascoltatori ovviamente. Eh no, adesso non fare l’offeso. Va bene ok, soprattutto per te. Contento? Tranquillo? Bene, allora dammi retta e leggi tant strip.
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