Buongiorno, buongiorno, buongiorno amiche ed amici del Garage Ermetico. Questo è Bookmarks, io sono Claudio, e non ci saranno fuori onda durante questa trasmissione. Un po’ perché non c’è il tempo materiale, un po’ perché ho troppo da fare per causare di punto in bianco un’interrogazione parlamentare sul colore delle mie mutande e un po’ perché l’unica immunità che potrei mai pretendere è quella dall’eleganza e dalla serietà.
Quindi pronti-via che ci tuffiamo a capofitto nella strip di oggi, che, sarà meglio dirlo subito, non è una strip. I suoi autori ci tengono a farci sapere che The Cide non è un fumetto. Perché mai parlarne dentro Bookmarks, allora? Beh, perché in realtà è anche un fumetto, è una cosa un po’ strana, molto particolare, sicuramente interessante. Perciò sarà meglio mettere un po’ d’ordine e fare chiarezza.
Incominciando dal titolo. The Cide. The, articolo determinativo inglese e Cide, scritto c i d e. Sostantivo inesistente, ma evocativo. Letto insieme infatti The Cide suona come il verbo to decide, decidere, e la storia in questione ha molto a che vedere con decisioni difficili, e Cide tra l’altro suona anche come la parola inglese che significa lato, parte, schieramento. Oppure potrebbe rappresentare la parte finale dei termini homicide, suicide, cioè omicidio e suicidio. Decisamente in tema, visto che si tratta di un noir atipico nella forma quanto nel contenuto.
Vediamo un po’ la storia. Kevin Grace è un fotografo free lance che ama il suo lavoro almeno quanto lo odia. Si occupa di nera, ma è svogliato, senza passione, ed in generale ha la sensazione che qualcosa nella sua vita non vada. Questo senso di vuoto è riempito in parte dalla presenza della sua splendida donna Verity, che sembra amarlo incondizionatamente, e del suo amico Leonard. Personaggio curioso Leonard, con qualche frequentazione nella malavita. E Kevin ci si è trovato in mezzo suo malgrado, nelle storie strane e a volte pericolose del suo amico.
E’ una vita sul filo del rasoio quella di Kevin, in attesa di qualcosa di indefinito che lo renda completo, un’esistenza disordinata, in bilico tra rassegnazione e bisogno di emozioni, tra la normalità e la clandestinità. Un giorno come tanti altri, immerso nelle solite paranoie, Kevin ha una strana esperienza con una delle sue foto: una polaroid che sta per schiarirsi gli sfugge dal finestrino dell’auto, persa per sempre sulla strada. Kevin ha la sensazione di aver perso qualcosa di importante, forse ha riconosciuto qualcosa in quell’immagine, scattata poco prima sulla scena di un delitto.
E poi la notte arrivano i sogni, gli incubi. Incubi di morte, ma chi è la vittima? Gli pare di riconoscerla, ma il ricordo svanisce alla mattina, almeno fino a quando quel segno si rivela una sinistra premonizione. La riconosce adesso Kevin la persona che ha sognato, ed è la vittima di un omicidio. Da qui prende le mosse una vicenda dalle atmosfere tanto oniriche ed allucinate quanto metropolitane e concrete, una corsa verso la verità che mescola esoterismo e crimini comuni, sette segrete ed organizzazioni criminali. Riuscirà Kevin Grace a scoprire il segreto della sua identità?
Non lo so. Voi lo sapete? No, non lo sapete nemmeno voi,a meno che non siate quelli dello studio Videns Pictures, che ha confezionato i quattro lunghi episodi sinora pubblicati sul sito www.thecide.com, con i testi di Cristiano Malacrino e di Daniele Beretta, che è anche…non so…l’impaginatore, il regista, il grafico di questo progetto.
Come vi ho detto in apertura infatti gli autori dello studio Videns ci avvisano che The Cide non è un comic, ma un comic 2.0. Definirlo un fotoromanzo sarebbe riduttivo, anche se è di foto che stiamo parlando, fotografie impaginate e montate in griglia come un fumetto, ma alterate in maniera magistrale, animate in mille particolari. Un comic 2.0 è il fotoromanzo del nuovo millennio, figlio di photoshop e nipote della rete, che si legge sfogliando le su pagine telematiche accompagnati dai rumori di quel che accade sulla pagina, da una colonna sonora studiata ed evocativa, dalle animazioni ed elaborazioni grafiche che creano atmosfera, mettono dinamismo nella staticità dell’immagine.
Un’esperienza di lettura curiosa quella di The Cide, progetto ambiziosissimo realizzato direttamente dai suoi creatori che sono anche gli attori di questo fumetto, film fotostory (Kevin è infatti interpretato dallo stesso Daniele Beretta, Grafico dello studio).
Correte a farvi un’idea di quello che questi professionisti dell’immagine stanno creando per voi, perché davver qui siamo di fronte a qualcosa di nuovo e sicuramente di coraggioso, quindi direi proprio che merita la nostra curiosità e, se ci piace il nostro sostegno. Il sito, ve lo ripeto, è www.the cide.com. Mi raccomando
Così come vi raccomando di continuare a seguire Bookmarks sia su queste pagine che sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).
Anche per oggi è tutto e il saluto è quello consueto: leggete tante strip!
Enciclopedici come non mai torniamo
Quindi pronti-via che ci tuffiamo a capofitto nella strip di oggi, che, sarà meglio dirlo subito, non è una strip. I suoi autori ci tengono a farci sapere che The Cide non è un fumetto. Perché mai parlarne dentro Bookmarks, allora? Beh, perché in realtà è anche un fumetto, è una cosa un po’ strana, molto particolare, sicuramente interessante. Perciò sarà meglio mettere un po’ d’ordine e fare chiarezza.
Incominciando dal titolo. The Cide. The, articolo determinativo inglese e Cide, scritto c i d e. Sostantivo inesistente, ma evocativo. Letto insieme infatti The Cide suona come il verbo to decide, decidere, e la storia in questione ha molto a che vedere con decisioni difficili, e Cide tra l’altro suona anche come la parola inglese che significa lato, parte, schieramento. Oppure potrebbe rappresentare la parte finale dei termini homicide, suicide, cioè omicidio e suicidio. Decisamente in tema, visto che si tratta di un noir atipico nella forma quanto nel contenuto.
Vediamo un po’ la storia. Kevin Grace è un fotografo free lance che ama il suo lavoro almeno quanto lo odia. Si occupa di nera, ma è svogliato, senza passione, ed in generale ha la sensazione che qualcosa nella sua vita non vada. Questo senso di vuoto è riempito in parte dalla presenza della sua splendida donna Verity, che sembra amarlo incondizionatamente, e del suo amico Leonard. Personaggio curioso Leonard, con qualche frequentazione nella malavita. E Kevin ci si è trovato in mezzo suo malgrado, nelle storie strane e a volte pericolose del suo amico.
E’ una vita sul filo del rasoio quella di Kevin, in attesa di qualcosa di indefinito che lo renda completo, un’esistenza disordinata, in bilico tra rassegnazione e bisogno di emozioni, tra la normalità e la clandestinità. Un giorno come tanti altri, immerso nelle solite paranoie, Kevin ha una strana esperienza con una delle sue foto: una polaroid che sta per schiarirsi gli sfugge dal finestrino dell’auto, persa per sempre sulla strada. Kevin ha la sensazione di aver perso qualcosa di importante, forse ha riconosciuto qualcosa in quell’immagine, scattata poco prima sulla scena di un delitto.
E poi la notte arrivano i sogni, gli incubi. Incubi di morte, ma chi è la vittima? Gli pare di riconoscerla, ma il ricordo svanisce alla mattina, almeno fino a quando quel segno si rivela una sinistra premonizione. La riconosce adesso Kevin la persona che ha sognato, ed è la vittima di un omicidio. Da qui prende le mosse una vicenda dalle atmosfere tanto oniriche ed allucinate quanto metropolitane e concrete, una corsa verso la verità che mescola esoterismo e crimini comuni, sette segrete ed organizzazioni criminali. Riuscirà Kevin Grace a scoprire il segreto della sua identità?
Non lo so. Voi lo sapete? No, non lo sapete nemmeno voi,a meno che non siate quelli dello studio Videns Pictures, che ha confezionato i quattro lunghi episodi sinora pubblicati sul sito www.thecide.com, con i testi di Cristiano Malacrino e di Daniele Beretta, che è anche…non so…l’impaginatore, il regista, il grafico di questo progetto.
Come vi ho detto in apertura infatti gli autori dello studio Videns ci avvisano che The Cide non è un comic, ma un comic 2.0. Definirlo un fotoromanzo sarebbe riduttivo, anche se è di foto che stiamo parlando, fotografie impaginate e montate in griglia come un fumetto, ma alterate in maniera magistrale, animate in mille particolari. Un comic 2.0 è il fotoromanzo del nuovo millennio, figlio di photoshop e nipote della rete, che si legge sfogliando le su pagine telematiche accompagnati dai rumori di quel che accade sulla pagina, da una colonna sonora studiata ed evocativa, dalle animazioni ed elaborazioni grafiche che creano atmosfera, mettono dinamismo nella staticità dell’immagine.
Un’esperienza di lettura curiosa quella di The Cide, progetto ambiziosissimo realizzato direttamente dai suoi creatori che sono anche gli attori di questo fumetto, film fotostory (Kevin è infatti interpretato dallo stesso Daniele Beretta, Grafico dello studio).
Correte a farvi un’idea di quello che questi professionisti dell’immagine stanno creando per voi, perché davver qui siamo di fronte a qualcosa di nuovo e sicuramente di coraggioso, quindi direi proprio che merita la nostra curiosità e, se ci piace il nostro sostegno. Il sito, ve lo ripeto, è www.the cide.com. Mi raccomando
Così come vi raccomando di continuare a seguire Bookmarks sia su queste pagine che sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).
Anche per oggi è tutto e il saluto è quello consueto: leggete tante strip!
Enciclopedici come non mai torniamo
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