mercoledì 10 novembre 2010

Nerdipidia Puntata 1 - "Manga"




Amici del Garage Ermetico, ma soprattutto nemici del Garage Ermetico, benvenuti su Nerdipidia, la vostra risorsa radiofonica di nozioni fondamentali sul mondo del fumetto, in rigoroso ordine non alfabetico. Lo so, lo so, speravate di esservi liberati di noi assieme a Bookmarks, come ci si libera di un’unghia incarnita amputandosi un dito, e invece siamo tornati, e questa volta siamo qui per colmare le vostre lacune, infondere in voi la scienza, espandere i vostri orizzonti e mantenere alto il vostro livello di betacarotene, per un’abbronzatura che resiste, perché Nerdipidia è l’enciclopedia nerd che rispetta il tuo personale ph.

L’argomento della puntata di oggi è il manga.
Manga. Nome comune, maschile singolare, invariabile, ovvero che rimane inalterato al plurale. Un manga\due manga, e non due manghi. Occhio eh.
In lingua giapponese la parola Manga è composta dai termini Man-ga che significano immagini in movimento. La parola viene usata in patria per identificare ogni genere di fumetto, mentre nel resto del mondo indica solo i fumetti prodotti in Giappone.
Cosa che crea non pochi problemi. Una volta infatti ho tentato di spiegare ad un combattivo signore di Osaka che Tex, Zagor e Dylan Dog non sono dei manga. Ma niente non c’è stato verso.

Per noi italiani è Manga tutto ciò che è fumetto e che è giapponese. I manga sono di molti generi orientati a settori di pubblico precisi, come gli shoujo, romantici per le ragazzine, gli shonen, di combattimento per i maschietti adolescenti e giovinotti, o i cinepanettonen, per gli imbecilli di tutte le età. In patria i manga sono per lo più seriali, escono a puntate settimanali su riviste di settore, la più famosa delle quali è sicuramente Weekly Jump, edita da Shueisha, la più importante casa editrice dell’universo Manga. Successivamente all’edizione in rivista, gli episodi vengono raccolti in volumetti detti tankobon, forse il vero oggetto del collezionismo maniacale scatenato spesso dai Manga. Aspetto, questo, da tempo previsto in Italia, in cui i collezionisti sono soliti comunicare da prima dello sbarco del fumetto giapponese con le espressioni celo, celo, celo, manga.

Dalle nostre parti si inizia a parlare di manga verso la fine degli anni settanta, quando arrivano sulle tv private i primi cartoni animati giapponesi, tratti appunto dai fumetti. E scoppia una polemica che rischia di mettere in esilio sin dall’esordio il manga in Italia. Perché secondo gli antenati dell’odierno Moige le storie le scrivono computer senza cervello, sono piene di violenza disgustosa ed ammiccamenti erotici. Ed è tutto vero. Infatti ogni volta che vedo una puntata di Studio Aperto mi domando da quale manga sia tratto. In Giappone invece i manga sono una cosa seria, letti da gente di tutte le età e condizione sociale, apprezzati dalla cultura ufficiale e con pari dignità di ogni altra forma d’arte. Proprio uguale come in Italia dove invece sono letti soprattutto ad Ascoli, Torino e Siena, perché i manga sono quasi sempre in bianco e nero.

Personalità fondamentale per capire i Manga è Osamu Tezuka, l’autore che, grazie a capolavori come Astroboy o Kimba il leone bianco, li ha resi famosi nel mondo dal dopoguerra in poi, influenzando l’immaginario collettivo al punto da essere soprannominato il Dio dei Manga. In realtà il motivo vero è che il volto di Tezuka compariva spessissimo negli intricati ghirigori dei piatti di spaghetti giapponesi, facendo gridare al miracolo delle stigmate con le statuette della principessa Zaffiro che piangono sangue. Ma Papa Ratzinger (famoso personaggio di Go Nagai, padre dei robottoni, che ha annunciato il sequel il Grande Ratzinger) e il sant’uffizio mantengono posizioni di grande moderazione sull’argomento.

Bene, direi che adesso sapete tutto ciò che di fondamentale c’è da sapere sui manga. Nerdipidia vi dà appuntamento a settimana prossima sia su queste pagine che sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).

Mi raccomando, alla prossima puntata, perché imparare è bello, ma magari anche no.

Ascolta la puntata :

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