Ehi, guardate chi è tornato a ronzarvi nelle orecchie? Quel mattacchione di Claudio è di nuovo alla conduzione di Bookmarks. Vi vedo già commossi all’ascolto delle vostre radio, armeggiare con i transistors, scaricare entusiasti le puntate e tutto ciò perché credevate di esservi liberati del sottoscritto. Spiacente di darvi questa cocente delusione, amici, ma eccomi qui per voi ad infarcire i vostri preferiti di web strip sempre più interessanti e divertenti.
E parlando di interesse e divertimento, quest’oggi voglio dare una bella mano di colori allegri ad un argomento troppo spesso serioso ed ammorbante: oggi infatti parliamo di università e di dottorandi. Avete presente quella razza oscura e misconosciuta, in bilico fra la condizione di studente e di lavoratore precario sfruttato, attaccata da tutti i fronti e costretta ad inseguire mezzo mondo per una borsa di studio o un assegno di ricerca? Ebbene, sono proprio loro i protagonisti di Phd Comics, la strip di oggi.
Innanzitutto dovete sapere che la sigla phd, altro non è che il nome anglosassone del nostro dottorato, abbreviazione di Philosophiae Doctor, in latino. Con un simpatico gioco di iniziali però, nel nostro caso significa Piled, Higher and Deeper, cioè, in una traduzione un po’ libera, impilato, più altro e più difficile. Probabilmente Jorge Cham, autore della serie, ha scelto queste tre magiche paroline pensando alla sua esperienza di dottorando in ingegneria all’università Californiana di Stanford, teatro delle vicende del suo comic, e riferendosi al lavoro a volte ingrato a volte pigro di questa categoria di aspiranti ricercatori.
Ma veniamo ai quattro protagonisti che compongono l’inossidabile gruppo di Phd Comic.
L’eroe della serie è curiosamente senza nome. Ha due occhialetti da intellettuale, un’aria sempre seria e rassegnata ed affronta le classi di studenti e le sfuriate dei professori con un misto di fatalismo ed incrollabile forza d’animo. Sogna finalmente di portare a termine la sua tesi di dottorato e trova conforto ed apoggio nei suoi indispensabili amici.
Il più indispensabile dei quali è forse Mike Slackenerny. Mike è un genio: è brillante fino ad accecarvi con la sua lucida intelligenza. Il problema è che è probabilmente l’uomo più pigro del pianeta. Forse tutto è troppo facile per lui e nulla vale la pena di un impegno minimamente serio. Mike è quindi una di quelle figure mitologiche che abitano gli atenei per anni ed anni, bivaccando nei corridoi senza mai riuscire a laurearsi, o, in questo caso, a prendere il dottorato.
Cecilia, anche lei ingegnere in via di phd, ha passato una vita a negare di essere una nerd. Ora che ha smesso, la vediamo felice e contenta condurre le sue ricerche complicatissime su oscuri segreti dell’informatica, festeggiare in estasi ogni volta che sconfigge un baco del suo pc e lasciare che tecnologia discutibilmente utile invada senza pietà la sua stanza. Figlia di un grande professore, avrebbe terminato la sua tesi e potrebbe conseguire il dottorato, ma qualcosa nella sua testa le impedisce invariabilmente di terminare gli studi. Saranno gli effetti della montagna di cioccolato che consuma quotidianamente
Quarta ed ultima componente di questo gruppo di giovani accademici è Tajel, l’unica studentessa di materie umanistiche della serie. Comprensiva, disponibile, intelligente, Tajel è sempre in cerca di qualcosa di nuovo per cui protestare, di un motivo per mobilitare i suoi compagni in corteo o una ragione per scuotere le coscienze sopite di studenti oberati di lavoro e preoccupati dagli esami. In bocca al lupo Tajel.
Attraverso questi quattro personaggi che evidentement ama alla follia, Jorge Cham racconta la quotidianità di una condizione molto molto particolare, una sorta di limbo tra l’età adulta del lavoro e quella giovanile dello studio. Il dottorato, se da un lato è il nemico da affrontare tutti i giori, dall’altro è un modo come un altro per rimandare la decisione su cosa si voglia fare da grandi senza rimanere nel frattempo con le mani in mano. Il tutto descritto con la sana e partecipata ironia di chi attraverso questa esperienza ci è passato e sa bene quanta fatica comporti, ma anche quanto tempo lasci all’ozio e alla possibilità di coltivare le proprie passioni, anche quelle più assurde e soprattutto di rimandare, rimandare, rimandare gli impegni, fino a quando non sarà quasi troppo tardi e ci si troverà a rincorrere senza fiato la scadenza di turno.
Cham, che ha iniziato a disegnare e scrivere la serie nel 1997, suo primo anno di phd, ha un umorismo di grande intelligenza e quasi sempre privo di sarcasmo, mai troppo spietato ed in qualche modo sempre compassionevole. I suoi miglioramenti come sdisegnatore sono costanti e notevoli. Dalle semplicissime vignette incerte e bidimensionali degli esordi, si è rapidamente passati ad un uso dei chiaroscuri al computer sempre più consapevole, fino all’odierna sapiente gesione della tavola e, nel 2003, all’invasione del colore.
Questa serie da indaffarati perdigiorno la trovate all’indirizzo www.phdcomics.com, che ovviamente vi consigliamo di visitare al più presto, così come vi suggeriamo di seguirci ancora settimana prossima sia su queste pagine che sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).
E parlando di interesse e divertimento, quest’oggi voglio dare una bella mano di colori allegri ad un argomento troppo spesso serioso ed ammorbante: oggi infatti parliamo di università e di dottorandi. Avete presente quella razza oscura e misconosciuta, in bilico fra la condizione di studente e di lavoratore precario sfruttato, attaccata da tutti i fronti e costretta ad inseguire mezzo mondo per una borsa di studio o un assegno di ricerca? Ebbene, sono proprio loro i protagonisti di Phd Comics, la strip di oggi.
Innanzitutto dovete sapere che la sigla phd, altro non è che il nome anglosassone del nostro dottorato, abbreviazione di Philosophiae Doctor, in latino. Con un simpatico gioco di iniziali però, nel nostro caso significa Piled, Higher and Deeper, cioè, in una traduzione un po’ libera, impilato, più altro e più difficile. Probabilmente Jorge Cham, autore della serie, ha scelto queste tre magiche paroline pensando alla sua esperienza di dottorando in ingegneria all’università Californiana di Stanford, teatro delle vicende del suo comic, e riferendosi al lavoro a volte ingrato a volte pigro di questa categoria di aspiranti ricercatori.
Ma veniamo ai quattro protagonisti che compongono l’inossidabile gruppo di Phd Comic.
L’eroe della serie è curiosamente senza nome. Ha due occhialetti da intellettuale, un’aria sempre seria e rassegnata ed affronta le classi di studenti e le sfuriate dei professori con un misto di fatalismo ed incrollabile forza d’animo. Sogna finalmente di portare a termine la sua tesi di dottorato e trova conforto ed apoggio nei suoi indispensabili amici.
Il più indispensabile dei quali è forse Mike Slackenerny. Mike è un genio: è brillante fino ad accecarvi con la sua lucida intelligenza. Il problema è che è probabilmente l’uomo più pigro del pianeta. Forse tutto è troppo facile per lui e nulla vale la pena di un impegno minimamente serio. Mike è quindi una di quelle figure mitologiche che abitano gli atenei per anni ed anni, bivaccando nei corridoi senza mai riuscire a laurearsi, o, in questo caso, a prendere il dottorato.
Cecilia, anche lei ingegnere in via di phd, ha passato una vita a negare di essere una nerd. Ora che ha smesso, la vediamo felice e contenta condurre le sue ricerche complicatissime su oscuri segreti dell’informatica, festeggiare in estasi ogni volta che sconfigge un baco del suo pc e lasciare che tecnologia discutibilmente utile invada senza pietà la sua stanza. Figlia di un grande professore, avrebbe terminato la sua tesi e potrebbe conseguire il dottorato, ma qualcosa nella sua testa le impedisce invariabilmente di terminare gli studi. Saranno gli effetti della montagna di cioccolato che consuma quotidianamente
Quarta ed ultima componente di questo gruppo di giovani accademici è Tajel, l’unica studentessa di materie umanistiche della serie. Comprensiva, disponibile, intelligente, Tajel è sempre in cerca di qualcosa di nuovo per cui protestare, di un motivo per mobilitare i suoi compagni in corteo o una ragione per scuotere le coscienze sopite di studenti oberati di lavoro e preoccupati dagli esami. In bocca al lupo Tajel.
Attraverso questi quattro personaggi che evidentement ama alla follia, Jorge Cham racconta la quotidianità di una condizione molto molto particolare, una sorta di limbo tra l’età adulta del lavoro e quella giovanile dello studio. Il dottorato, se da un lato è il nemico da affrontare tutti i giori, dall’altro è un modo come un altro per rimandare la decisione su cosa si voglia fare da grandi senza rimanere nel frattempo con le mani in mano. Il tutto descritto con la sana e partecipata ironia di chi attraverso questa esperienza ci è passato e sa bene quanta fatica comporti, ma anche quanto tempo lasci all’ozio e alla possibilità di coltivare le proprie passioni, anche quelle più assurde e soprattutto di rimandare, rimandare, rimandare gli impegni, fino a quando non sarà quasi troppo tardi e ci si troverà a rincorrere senza fiato la scadenza di turno.
Cham, che ha iniziato a disegnare e scrivere la serie nel 1997, suo primo anno di phd, ha un umorismo di grande intelligenza e quasi sempre privo di sarcasmo, mai troppo spietato ed in qualche modo sempre compassionevole. I suoi miglioramenti come sdisegnatore sono costanti e notevoli. Dalle semplicissime vignette incerte e bidimensionali degli esordi, si è rapidamente passati ad un uso dei chiaroscuri al computer sempre più consapevole, fino all’odierna sapiente gesione della tavola e, nel 2003, all’invasione del colore.
Questa serie da indaffarati perdigiorno la trovate all’indirizzo www.phdcomics.com, che ovviamente vi consigliamo di visitare al più presto, così come vi suggeriamo di seguirci ancora settimana prossima sia su queste pagine che sulle frequenze del Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato dalle 13 alle 14 e su Radio Sherwood la domenica, in ritardo di una puntata, dalle 13 alle 14).
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