Ben poco arrendevoli ascoltatori del Garage Ermetico, benvenuti ad una nuova puntata di Nerdipidia, l’enciclopedia nerd che vi racconta il mondo del fumetto accompagnandovi passo dopo passo nella neve di questo dicembre bianco che però fa un freddo blu.
Lo stesso colore della fifa blu, che è quella che abbiamo noi della redazione, reclutati alla categoria allegri burloni, oggi che dobbiamo affrontare l’argomento GIORNALISMO A FUMETTI.
Andrea, Laura e i loro ospiti vi avranno già spiegato che si tratta di quella forma di fumetto che affronta di petto la realtà, che si spinge nell’inchiesta, racconta eventi di attualità e di impegno con intento informativo, politico, a volte polemico.
Quindi no, non c’entra niente Tin Tin che sì era un fumetto e anche un giornalista, non confondetevi. E nemmeno Clark Kent e Jimmy Olsen. Inutile spedire lettere alla redazione del Daily Globe, non vi rispondono mica. E Lois Lane dal vivo non è così gnocca, fidatevi.
Un arcano mistero che forse ancora il Garage non vi ha svelato è la trama del primo fumetto giornalistico della storia. Pare fosse un reportage, con tanto di minuta e precisa descrizione delle tecniche venatorie usata dai protagonisti, su una grande battuta di caccia, non so più se ad un orso o un mammut. Ebbe grande risonanza in tutta la comunità del tempo (e che tempo) anche perché gli eventi raccontati interessavano lo stomaco un po’ di tutto. Peccato per la distribuzione ridotta: gli editori scoprirono ben presto che stampare su pietra costava un occhio della testa.
A parte le boiate ed i paragoni tra fumetto e incisioni rupestri, il grande grandissimo precursore del giornalismo a fumetti è l’americano Joe Sacco, che nel 1996 ha shockato il mondo dei comics con il suo Palestine, una sorta di grande fumetto\intervista dello stesso autore a persone, o personaggi, fate un po’ voi, palestinesi ed israeliani. Tramite le voci di questi intervistati a strisce, Sacco racconta l’intifada e gli odi razziali, la paura e la speranza, l’ingiustizia ed il coraggio della gente comune.
Boom. Esplode la bomba. Se il fumetto aveva dimostrato già da tempo di sapersi confrontare con temi seri, serissimi, tragici, con l’invenzione epocale del graphic novel, qui siamo su un livello diverso. L’effetto di realtà è portato all’estremo, non si è più nella dimensione della verosimiglianza, ma del vero, dell’inchiesta, senza finzioni apparenti, senza lo schermo di un personaggio di fantasia che si muove in un mondo di realtà.
Per farvi capire la differenza tra i due livelli: è come se io raccontassi una storia avvincente, fatta di procure e di reati, di città sordide e storie di potere, in cui la protagonista è la nipote di Mu Barak per finta, oppure è la vera nipote di Mu Barak. Capite che ne passa un bel po’ no?
Il giornalismo a fumetti dunque è uno degli ultimi figli del grande mondo delle strisce disegnate. Da Joe Sacco in poi molti lo hanno seguito in questo suo intento, non soltanto con la tecnica dell’inchiesta. Biografie, affreschi di situazioni di guerra o storie di denuncia. Pensiamo al grande successo di Persepolis di Marjane Satrapi, che raccontando la propria vita di giovane iraniana getta una luce diversa sullo stereotipo e sulla prospettiva che noi europei ci creiamo su un paese di cui non sappiamo nulla.
Informare ed informarsi a fumetti è possibile e va di moda. Il graphic journalism, come dicono quelli che ne sanno, prende piede e si fa combattivo negli anni, dando anche vita ad una serie di polemiche sul termine e sul concetto di giornalismo secondo alcuni. Pare soprattutto che Minzolini si sia lamentato molto per questioni di copyright sul fatto di definirsi un fumetto di giornalista. Ma vedrai che finirà tutto a tarallucci ed editoriale.
Una cosa è certa: il giornalismo a fumetti è la dimostrazione palese che i comic possono occuparsi davvero di tutto, senza porte sbarrate e senza limite alcuno. E noi, che siamo tifosi, siamo contenti di questa grande conquista dell’arte sequenziale. Talmente contenti che quasi non ci vergogniamo a darvi appuntamento a settimana prossima per una nuova puntata di Nerdipidia, l’informazione giovane per fumettari giovani della gioventù, a metà del programma giovane del giovane Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato alle 13 su Radio Sherwood Mercoledì alle 10 e Venerdì alle 13) e sul blog giovane ztrudel.blogspot.com, con l’archivio delle nostre puntate.
Perché imparare è bello, ma magari anche no.
Lo stesso colore della fifa blu, che è quella che abbiamo noi della redazione, reclutati alla categoria allegri burloni, oggi che dobbiamo affrontare l’argomento GIORNALISMO A FUMETTI.
Andrea, Laura e i loro ospiti vi avranno già spiegato che si tratta di quella forma di fumetto che affronta di petto la realtà, che si spinge nell’inchiesta, racconta eventi di attualità e di impegno con intento informativo, politico, a volte polemico.
Quindi no, non c’entra niente Tin Tin che sì era un fumetto e anche un giornalista, non confondetevi. E nemmeno Clark Kent e Jimmy Olsen. Inutile spedire lettere alla redazione del Daily Globe, non vi rispondono mica. E Lois Lane dal vivo non è così gnocca, fidatevi.
Un arcano mistero che forse ancora il Garage non vi ha svelato è la trama del primo fumetto giornalistico della storia. Pare fosse un reportage, con tanto di minuta e precisa descrizione delle tecniche venatorie usata dai protagonisti, su una grande battuta di caccia, non so più se ad un orso o un mammut. Ebbe grande risonanza in tutta la comunità del tempo (e che tempo) anche perché gli eventi raccontati interessavano lo stomaco un po’ di tutto. Peccato per la distribuzione ridotta: gli editori scoprirono ben presto che stampare su pietra costava un occhio della testa.
A parte le boiate ed i paragoni tra fumetto e incisioni rupestri, il grande grandissimo precursore del giornalismo a fumetti è l’americano Joe Sacco, che nel 1996 ha shockato il mondo dei comics con il suo Palestine, una sorta di grande fumetto\intervista dello stesso autore a persone, o personaggi, fate un po’ voi, palestinesi ed israeliani. Tramite le voci di questi intervistati a strisce, Sacco racconta l’intifada e gli odi razziali, la paura e la speranza, l’ingiustizia ed il coraggio della gente comune.
Boom. Esplode la bomba. Se il fumetto aveva dimostrato già da tempo di sapersi confrontare con temi seri, serissimi, tragici, con l’invenzione epocale del graphic novel, qui siamo su un livello diverso. L’effetto di realtà è portato all’estremo, non si è più nella dimensione della verosimiglianza, ma del vero, dell’inchiesta, senza finzioni apparenti, senza lo schermo di un personaggio di fantasia che si muove in un mondo di realtà.
Per farvi capire la differenza tra i due livelli: è come se io raccontassi una storia avvincente, fatta di procure e di reati, di città sordide e storie di potere, in cui la protagonista è la nipote di Mu Barak per finta, oppure è la vera nipote di Mu Barak. Capite che ne passa un bel po’ no?
Il giornalismo a fumetti dunque è uno degli ultimi figli del grande mondo delle strisce disegnate. Da Joe Sacco in poi molti lo hanno seguito in questo suo intento, non soltanto con la tecnica dell’inchiesta. Biografie, affreschi di situazioni di guerra o storie di denuncia. Pensiamo al grande successo di Persepolis di Marjane Satrapi, che raccontando la propria vita di giovane iraniana getta una luce diversa sullo stereotipo e sulla prospettiva che noi europei ci creiamo su un paese di cui non sappiamo nulla.
Informare ed informarsi a fumetti è possibile e va di moda. Il graphic journalism, come dicono quelli che ne sanno, prende piede e si fa combattivo negli anni, dando anche vita ad una serie di polemiche sul termine e sul concetto di giornalismo secondo alcuni. Pare soprattutto che Minzolini si sia lamentato molto per questioni di copyright sul fatto di definirsi un fumetto di giornalista. Ma vedrai che finirà tutto a tarallucci ed editoriale.
Una cosa è certa: il giornalismo a fumetti è la dimostrazione palese che i comic possono occuparsi davvero di tutto, senza porte sbarrate e senza limite alcuno. E noi, che siamo tifosi, siamo contenti di questa grande conquista dell’arte sequenziale. Talmente contenti che quasi non ci vergogniamo a darvi appuntamento a settimana prossima per una nuova puntata di Nerdipidia, l’informazione giovane per fumettari giovani della gioventù, a metà del programma giovane del giovane Garage Ermetico (su Radio Kairos sabato alle 13 su Radio Sherwood Mercoledì alle 10 e Venerdì alle 13) e sul blog giovane ztrudel.blogspot.com, con l’archivio delle nostre puntate.
Perché imparare è bello, ma magari anche no.
Ascolta la puntata :
Nessun commento:
Posta un commento